Tecnica dell'icona

La Tecnica dell'iconaLe nostre icone sono "scritte" su tavole di tiglio stagionato, gessate secondo i canoni con colla animale, tela, gesso di Bologna e bianco Meudon, e sul retro vengono trattate con impregnante antitarlo e vernice.

A seconda delle dimensioni si applicano sul retro due zeppe coniche a coda di rondine per irrobustire la tavola e impedire che col tempo si incurvi.

Su questo fondo gessato,  asciutto e levigato, si traccia il disegno; questa fase richiede una precisa esecuzione così da  attenersi fedelmente ai canoni della tradizione iconografica. Il disegno viene quindi inciso con una punta per delimitare gli spazi da dorare. Spesso il disegno fuoriesce dalla 'culla'  la parte centrale incavata che rappresenta il mondo celeste, per esprimere la proiezione dell’immagine verso il mondo esterno, come se ci venisse incontro.

Quindi si procede alla doratura, che può essere realizzata in vari modi: noi seguiamo il più antico, che è il metodo della doratura a bolo, una pasta argillosa macinata finissima, su cui viene posata la foglia d’oro zecchino; si passa poi alla lucidatura con un brunitoio di pietra d’agata. La doratura  ha  una funzione decorativa e anche simbolica: è segno di regalità e rappresenta l’energia divina.

Il colore viene applicato con la tecnica detta 'degli schiarimenti', che consiste nella sovrapposizione di più colori procedendo dalle tonalità più scure a quelle più chiare. Le forme sono così modellate dalla luce e non dall’ombra, come avviene per la pittura europea rinascimentale.

I materiali usati provengono dal mondo animale, vegetale e minerale. I pigmenti sono terre ed ocre oppure minerali come la malachite, i lapislazzuli, il cinabro. L’emulsione con la quale si sciolgono i colori è composta da rosso d’uovo, vino bianco ed essenza di lavanda.

La luce accentua i punti importanti che devono risaltare secondo un significato teologico, e stanno a significare la trascendenza del personaggio rappresentato, che trasmette egli stesso la luce, e non la riceve dall’esterno come nelle raffigurazioni dell’arte occidentale.

Ad opera ultimata viene scritto il nome del personaggio o dell’episodio che l’icona rappresenta. Le iscrizioni sulle icone di solito sono in una delle lingue liturgiche tradizionali della Chiesa: greco, slavone, latino ecc.. Il bordo generalmente rosso dell’icona rappresenta il confine tra mondo celeste e mondo terreno.

Quando l’icona è terminata si lascia essiccare per circa un mese, quindi si applica l’olifa, una vernice grassa a base di olio di lino e sali di cobalto. Questa vernice penetra e unisce le diverse mani di colore per raggiungere quell’armonia tipica, fatta di profondità e di luce.